Palazzo Marescalchi: fascino di una residenza storica

Palazzo Marescalchi: fascino di una residenza storica

A pochi passi da Piazza Maggiore, al civico 5 di via IV Novembre, è possibile ammirare lo storico Palazzo Marescalchi. L’edificio un tempo era dimora di importanti famiglie della città di Bologna. In questo palazzo, nel 1874, nacque Guglielmo Marconi.

Prima dall’Armi, poi Marescalchi

Nel Quattrocento la famiglia Dall’Armi era presente in varie cariche pubbliche: il 23 Giugno 1466 Giovanni Dall’Armi venne nominato senatore a vita da papa Paolo II. Il palazzo della famiglia venne costruito in quello stesso anno e rifatto in stile neoclassico nel 1613 dal senatore Aurelio dall’Armi. In seguito al matrimonio tra Eleonora dall’Armi con Vincenzo Marescalchi l’edificio cambiò proprietario, data la morte dell’ultimo maschio della famiglia dall’Armi nel 1614.

Nel 1811 Ferdinando Marescalchi decise di portare avanti un’importante opera di ristrutturazione: acquistò tutti gli stabili adiacenti al palazzo, un tempo di proprietà della famiglia Sorra Munarini, e avviò la costruzione di un giardino all’inglese.

Le decorazioni e gli affreschi del palazzo Marescalchi

Fu Carlo Marescalchi, figlio di Ferdinando, a completare il giardino all’inglese seppur in forma più semplice rispetto a quello che doveva essere il progetto iniziale. La promozione dei lavori di decorazione del conte Ferdinando resero raffinato l’ambiente del palazzo.

Felice Giani, uno dei più celebri pittori neoclassici dell’epoca, si occupò delle decorazioni al pianterreno. In queste sale si possono ammirare anche gli affreschi di Giacomo Cavedone e Giovanni Luigi Valesio, pittori che lavorarono al palazzo al tempo del senatore dall’Armi. Al piano nobile sono ancora oggi presenti due camini gli affreschi che vennero commissionati agli artisti Ludovico Carracci e Lorenzo Sabbatini.

Alla fine del XIX secolo il dissesto economico della famiglia Marescalchi culminò con la vendita del palazzo alla famiglia Orlandini. Nel 1961, quando era proprietà di una società immobiliare, l’edificio rischiò di essere demolito per essere rimpiazzato da una costruzione moderna.

L’intervento del Ministero del Tesoro ne evitò la distruzione, affidandolo alla Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici dell’Emilia.