Il monumento dedicato a Luigi Galvani (noto studioso bolognese conosciuto prevalentemente per aver scoperto l’elettricità biologica) è stato realizzato dallo scultore Adalberto Cencetti e venne inaugurato il 9 novembre 1879 per essere collocato nell’omonima piazza davanti al Palazzo dell’Archiginnasio.
Il monumento venne definito dal giornale “La Patria”, il “primo monumento civile di Bologna”.
Per la sua realizzazione venne indetto un concorso, ma nonostante l’ampia partecipazione degli artisti bolognesi, riuscì ad aggiudicarselo un “forestiero” (il Cencetti aveva origini romane), per questo la realizzazione della statua fu seguita con attenzione dai felsinei.
A Bologna, il Cencetti non aveva nè raccomandazioni, nè conoscenze, il suo bozzetto venne scelto per la sua bellezza e per questo lodato ed encomiato dagli artisti scelti come giudici.
L’artista aveva imparato a modellare seguendo la propria inclinazione e indole artistica, piuttosto che seguendo i precetti di un artista provetto.
Ben presto, però, nacque anche una polemica per quanto riguardava il concetto espresso dalla statua dell’artista.
Il Cencetti volle rappresentare Luigi Galvani nell’atto in cui scopre per la prima volta i movimenti impressi sul corpo morto di una rana da un arco composto di rame e zinco. Questo momento, non era simbolico del momento saliente della sua vita scientifica, non era, secondo i critici, ben evidente la ragione per la quale veniva realizzato un monumento in suo onore.
Ma, nonostante le numerose critiche, il Cencetti realizzò un vero e proprio capolavoro.
Da qualsiasi lato si guardi la statua, la figura di Galvani si presenta come una massa omogenea. La figura colossale è realizzata in marmo e lavorata con robustezza e senza “leccature”, come conviene ad un’opera d’arte destinata a stare all’aria aperta e ad esser vista tanto alla luce di sera che a quella di giorno. Inoltre, per ottenere la rassomiglianza più verosimile che si potesse avere, fece numerose ricerche, arrivando addirittura a scovare i ritratti di Galvani fatti dal vero.