Il centro storico di Bologna è famoso in tutta Italia per la bellezza dei suoi monumenti, piazze e torri, realizzati nel tipico stile medievale o rinascimentale. Oltre a questi, ciò che meritano una visita sono le sue strade ed, in particolare, le tante viuzze e vicoli che rendono la città unica con i suoi portici, gli elaborati dettagli architettonici e le antiche botteghe. Perdersi per le vie più caratteristiche di Bologna è il modo migliore di visitare la città, respirando direttamente l’atmosfera tradizionale e il folklore emiliano dato dai colori caldi degli edifici, dai profumi del cibo tipico e dal dolce suono del dialetto bolognese. Lasciati ispirare dalle curiosità di queste strade e goditi una piacevole passeggiata all’insegna della storia e della cultura bolognese!
Probabilmente, ad una prima osservazione, chi non la conosce non ci troverà niente di particolare. Proprio per questo, invece, noi vogliamo fartela apprezzare come merita. Questa via è diventata molto famosa anche tra i turisti perché custodisce qualcosa di molto particolare, cioè una piccola finestra situata sotto i portici sul lato destro della strada, poco prima dell’incrocio con Via Marsala. Si tratta della celebre “Finestra di Via Piella”: la sua particolarità consiste nell’affacciarsi sul canale delle Moline, uno dei pochi canali che non fu ricoperto di asfalto nel primo Novecento. Il canale è visibile anche dalla parte opposta della strada, dove è presente un piccolo parapetto che congiunge due blocchi di edifici e che permette una visuale più ampia. Questi scorci sul corso d’acqua che scorre tra le abitazioni ricordano i canali veneziani che percorrono interamente la città, e infatti questa zona si è meritata il nome di “piccola Venezia”.
Sebbene sia situata in una zona molto frequentata del centro, proprio alle spalle della centralissima Piazza Maggiore, rimane spesso sconosciuta ai più. Questa viuzza un po’ nascosta è suddivisa in due piccole piazzette, entrambe chiuse su quattro lati da antichi palazzi e collegate da un voltone. Una è contigua a Piazza Galvani, mentre l’altra è connessa da due brevi gallerie a Via D’Azeglio ed è dominata dalla Torre Galluzzi. La corte e la torre prendono il proprio nome dalla famiglia che vi abitava. Intorno al 1258, i Galluzzi erano una delle famiglie più potenti di Bologna, insieme ai Carbonesi, loro arcinemici. I primi erano di parte guelfa, mentre i secondi di parte ghibellina. Questa rivalità non ha però impedito ai due giovani discendenti da queste famiglie, Alberto Carbonesi e Virginia Galluzzi, di innamorarsi. Purtroppo però il loro amore ma non ha avuto un lieto fine. Subito dopo essersi sposati in segreto, il padre della ragazza li ha scoperti e ha ucciso Alberto, mentre Virginia, presa dalla disperazione, si è impiccata, a quanto pare, proprio sulla Torre Galluzzi. Questo episodio ricorda l’intrigo infelice tra Romeo e Giulietta raccontato da Shakespeare, che effettivamente ha preso spunto da storie di amore e vendetta diffuse in molte città medievali italiane, tra cui Bologna.
Questa via del centro storico di Bologna collega Piazza Maggiore a Porta San Mamolo: il suo antico nome era infatti Via San Mamolo, fino all’incrocio con Via Farini, mentre la parte di strada vicina a Piazza Maggiore veniva indicata come “Platea Major”. L’attuale denominazione della via risale al 1866, quando il consiglio comunale propose di intitolarla a Massimo Taparelli, marchese d’Azeglio. Quest’uomo era un illustre letterato, pittore e statista, nonché parente di Alessandro Manzoni. Via D’Azeglio è stata da sempre parte della vita sociale, economica e politica della città e tutt’oggi è continuamente affollata da cittadini e turisti. È famosa soprattutto perché al civico numero 15 abitava il cantante Lucio Dalla. In quella che era la sua casa, adesso ha sede la Fondazione Lucio Dalla, che è impegnata nel ricordo dell’attività artistica del cantante e musicista. In occasione del periodo natalizio, a dicembre 2018, il Comune di Bologna in collaborazione con la Fondazione Lucio Dalla ha deciso di decorare Via D’Azeglio con delle luminarie molto particolari che hanno attirato l’attenzione di molti. Queste luci ricreano le parole della famosa canzone “L’anno che verrà”, che al tramonto risuonava per la via in filodiffusione, suscitando forti emozioni nei passanti, soprattutto in coloro che ammiravano Dalla e la sua musica. Questa installazione è però temporanea: è stata realizzata dall’artigiano Antonio Spiezia per celebrare i cinquant’anni della pedonalizzazione della strada, ma verrà presto smontata e venduta all’asta, per poi devolvere il ricavato in beneficenza.
Che tu sia un amante del jazz o un appassionato di musica in generale, non puoi lasciarti scappare una passeggiata in questa via, che si trova all’interno del quartiere del Quadrilatero. Già dal secondo dopoguerra, Bologna è diventata il fulcro del jazz bolognese, con l’apertura dei primi circoli musicali, come l’Hot Club e il Circolo del Jazz, tappa fissa per jazzisti di fama internazionale durante la loro tournée italiana.
Via degli Orefici e l’adiacente Via Caprarie sono rilevanti nella scena del jazz bolognese grazie alla figura di Alberto Alberti, che per primo in Italia, nel 1956, ha aperto un negozio di dischi interamente dedicati alla musica jazz e importati direttamente dagli Stati Uniti e dall’Inghilterra. Il Disclub di Alberti si trovava al civico 3 di Via Caprarie, dove oggi è affissa una targa commemorativa in cui si ricorda quest’uomo come colui che reso Bologna una delle capitali europee del jazz. Insieme ad Antonio “Cicci” Foresti, un altro noto cultore del jazz bolognese, nel 1958 Alberti ha organizzato il Festival Jazz di Bologna, che ha accolto per ben sedici edizioni (fino al 1975) alcuni dei più famosi artisti americani. Tra questi ricordiamo Miles Davis, Ella Fitzgerald, Duke Ellington e Sarah Vaughan, che, insieme ad altri nomi, hanno ottenuto la propria stella in stile “Walk of Fame” hollywoodiana, proprio tra Via Orefici e Via Caprarie. Questa iniziativa fa parte dell’evento “Strada del Jazz”, che dal 2011 a settembre organizza serate musicali per strada e ogni anno aggiunge nuove stelle in Via Orefici e Via Caprarie, creando nuove occasioni di incontro e partecipazione cittadina alla vita culturale di Bologna.
Questa antica via del centro è perfetta per gli amanti del buon cibo e delle bevute in compagnia. È infatti la meta notturna di molti bolognesi e dei giovani studenti che popolano la città, rendendo questa zona vivace e stimolante. In Via del Pratello puoi trovare trattorie, osterie, bar e altri locali dove provare prodotti tipici e fare due chiacchiere in compagnia. Se invece preferisci vivere la città di giorno, Via del Pratello risulta comunque interessante, con i suoi negozi di artigianato, di abbigliamento vintage, ma anche piccole botteghe alimentari e laboratori di pasta fresca. Inoltre, all’inizio della via, davanti a Piazza Malpighi, puoi visitare l’imponente Basilica di San Francesco, situata nell’omonima piazza, insieme ai monumenti funerari di alcuni glossatori bolognesi. Il Pratello non è solo interessante da osservare, merita anche conoscere la sua lunga storia. In epoca medievale era abitato da famiglie facoltose e studenti, ma dopo la costruzione di una nuova cinta muraria questa via è stata tagliata fuori dal centro cittadino e relegata all’aperta campagna, dove si erano diffusi criminali, truffatori e prostitute che portarono questa zona nel degrado. Nel Novecento il Pratello ha iniziato a riprendere vita grazie all’apertura di botteghe artigianali, come il venditore di ghiaccio, di carbone o legno da stufa, un tosacani e una piccola bottega che rivendeva pezzi di ferro. Ma è soprattutto negli anni Sessanta che questa zona si è affollata di giovani studenti, affermandosi come il centro dei movimenti politici e delle iniziative culturali, tra cui le prime cineteche o radio libere.
Via Zamboni è il cuore della zona universitaria di Bologna, delimitata su entrambi i lati da antichi portici. È la via del sapere, della cultura e dell’arte, su cui si affacciano palazzi storici e musei, luoghi di incontro sia diurno che notturno, con un costante viavai di studenti, ma anche di curiosi turisti che si lasciano trasportare da questa atmosfera. Oltre ad essere la strada che collega le due Torri a Porta San Donato, Via Zamboni ospita Palazzo Poggi, la sede storica dell’Alma Mater e della Biblioteca Universitaria, e alcune facoltà, come quella di Lettere e Beni Culturali al civico 38.
Tra gli altri luoghi di cultura da non perdere ci sono il Teatro Comunale, aperto nel 1763, che presenta un ricco patrimonio architettonico e i cui interni possono essere visitati, e la Pinacoteca Nazionale, all’angolo con Via delle Belle Arti, che offre una vasta panoramica della pittura emiliana dal periodo gotico fino a quello neoclassico. Anche se in molti criticano questa zona per la sua sporcizia e trascuratezza, noi ti consigliamo di chiudere un occhio e di non fermarti alla superficie. Via Zamboni è una zona cittadina molto viva, dove si può toccare con mano la frenesia e l’entusiasmo della vita studentesca, osservando i giovani che si spostano da un edificio all’altro con i loro zaini in spalla e i libri sotto braccio, dove fermarsi a mangiare un boccone per un pranzo veloce e dove godersi una birra o uno spritz al momento dell’aperitivo per rilassarsi dopo una lunga giornata.
Spero che dopo aver letto questo articolo ti sia venuta voglia di fare una passeggiata per il centro, alla ricerca delle vie più caratteristiche di Bologna. E se vuoi rendere la tua esperienza ancora più unica e profonda, perché non ti fai accompagnare da una delle nostre guide? Sicuramente potrà aggiungere altri aneddoti interessanti che renderanno il tuo soggiorno a Bologna indimenticabile!