Nel XIII secolo un perugino di nome Raniero Fasani, fondatore della Confraternita dei Battuti o Flagellati, giunse a Bologna con ventimila persone al seguito. Per opera dell’ordine monastico, dedito all’assistenza di malati e infermi, vennero costruiti l’ospedale e la chiesa dedicati a Santa Maria della Vita.
La chiesa, situata in Via Clavature e meglio conosciuta come santuario, venne ampliata tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento. Questo fu solo uno dei primi interventi di modifica della struttura, soggetta a diversi restauri nel corso dei secoli. Nel 1686, a causa delle condizioni precarie dell’intero santuario, avvenne il crollo della volta della navata maggiore sui fedeli riuniti in celebrazione.
Questo tragico episodio fu l’occasione per ricostruire l’edificio: i lavori si conclusero nel 1690 sotto la guida di Giovanni Battista Bergonzoni. La bellissima cupola venne realizzata tra il 1764 ed 1787 per opera dell’architetto Giuseppe Tubertini su disegno di Antonio Galli Bibiena. La facciata risale al 1905, ultimata dall’ingegnere Leonida Bertolazzi.
La cupola, con i suoi 35 metri, è la più alta della città, rivestita esternamente con lastre di rame. Tra il 1776 ed il 1779 venne realizzata la decorazione dell’interno: l’altare fu progettato dall’architetto Angelo Venturoli, mentre gli affreschi sono opera del pittore Gaetano Gandolfi.
In particolare spicca l’affresco dell’Assunzione al cielo di Maria, realizzata a decorazione della cupola. L’opera d’arte più famosa tra quelle presenti all’interno del santuario è il Compianto sul Cristo morto realizzato da Niccolò dell’Arca: il capolavoro, situato a destra dell’altare maggiore, è considerato uno dei più grandi lavori in terracotta del Rinascimento.
Al piano superiore del santuario è presente l’Oratorio di Santa Maria della Vita, accessibile sia dall’interno della chiesa che da un ingresso indipendente di via Clavature. In questo luogo i membri della confraternita si riunivano per le pratiche devozionali e penitenziali.