Il tesoro degli Asinelli: la leggenda della torre bolognese

Il tesoro degli Asinelli: la leggenda della torre bolognese

Bologna è conosciuta anche come la “turrita”, a indicare appunto le sue numerose torri, tra cui quelle più celebri, la Torre degli Asinelli e della Garisenda, sulle quali è anche possibile salire per ammirare la città dall’alto. Forse non tutti sanno che, in particolare, legata alla Torre degli Asinelli vi è una bellissima favola di amore e fortuna, conosciuta nel folklore come la leggenda del tesoro degli asinelli.

C’era una volta un tesoro degli asinelli

C’era una volta un povero contadino che possedeva due robusti asinelli, i quali lo aiutavano ogni giorno nel suo faticoso lavoro nei campi. Le sue giornate erano totalmente dedicate al lavoro e viveva con l’unica speranza che un giorno avrebbe potuto espandere i suoi terreni, acquistando altri campi, per poter sfamare la sua famiglia e soprattutto per poter offrire un futuro migliore al suo unico figlio.

In una tranquilla giornata di lavoro, mentre era intento a scavare in un terreno isolato, gli asinelli, come impazziti, iniziarono a scalciare e poi a scavare sempre con più insistenza. Il brav’uomo, meravigliato e preoccupato di tanto ardore, cercò inutilmente di fermare i due animali. Poco dopo, dalla terra spuntò qualcosa che attirò l’attenzione del contadino: un baule pieno di monete d’oro e d’argento, arricchito di pietre preziose di ogni tipo. Incredulo il povero contadino decise di ribattezzare il tesoro in:“il tesoro degli asinelli”, in onore delle sue bestie.

Essendo un uomo giudizioso e di cuore, non confidò a nessuno della fortuna capitatagli, nemmeno alla sua amata moglie, nonostante, ogni tanto, le consegnasse del denaro in più per permetterle di comprare tutto quello che serviva alla famiglia. Con il passar del tempo, il suo tenore di vita migliorò, ma sempre con discrezione. Intanto, il figlio del contadino crebbe divenendo un uomo di grande cultura e fascino, grazie al padre, il quale aveva voluto per lui, i migliori precettori e i più bravi insegnanti.

Ben presto il giovane si innamorò di una bellissima fanciulla appartenente a una delle famiglie più importanti della città di Bologna. Anche la ragazza ricambiava il sentimento nei confronti del giovane. I due innamorati però, nonostante fossero profondamente legati, non si facevano illusioni riguardo il loro futuro: era infatti troppo grande la differenza sociale. La famiglia della fanciulla non avrebbe mai accettato di concedere la mano della propria figlia ad un ragazzo di così umili origini.

La fanciulla non riusciva ad accettare la situazione, per questo non faceva altro che disperarsi versando lacrime su lacrime. Il suo innamorato non potendo più sopportare di vedere la ragazza in quello stato, decise di affrontare definitivamente la nobile famiglia. Così, si presentò al palazzo, si fece ricevere e chiese finalmente la fanciulla in sposa. Il padre di lei, conoscendo le umili origini del ragazzo, scoppiò in una fragorosa risata e disse che avrebbe concesso la mano della figlia solamente se le avrebbe costruito una torre che avrebbe dovuto superare tutte le altre della città.

Il padre della ragazza era più che convinto di essersi liberato dell’umile figlio del contadino dopo questa assurda richiesta, ma quella stessa sera, il giovane si confidò con il suo caro padre che subito trovò la soluzione al problema. Gli consegnò il tesoro che fino ad allora aveva gelosamente custodito e immediatamente diedero inizio ai lavori per far costruire la torre. Dopo nove anni la torre fu completata.

La torre degli asinelli

Come ogni favola che si rispetti si concluse con un lieto fine. I ragazzi si sposarono e la loro unione fu celebrata con grande gioia da tutta la città, rinnovata nel suo skyline da una torre che ancora oggi si erge nel centro di Bologna e che, in onore dei due fedeli animali, venne nominata “La torre degli asinelli”.