Il progetto Frontier per la riqualificazione urbana

Il progetto Frontier per la riqualificazione urbana

Hai mai fatto caso ai graffiti mastodontici che si trovano su alcune facciate della case Bolognesi? Ti sei mai chiesto il perché? I proprietari si erano stufati della solita tinta monocromatica o c’è qualcosa in più? Effettivamente c’è qualcos’altro, un qualcosa in più che si chiama Frontier.

Il progetto “Frontier, la linea dello stile” nasce a Bologna nel 2012 con lo scopo di valorizzare il Writing e la Street Art, avviando una riflessione sul panorama underground dell’arte contemporanea.

Il progetto si connette alla mostra del 1984 dal titolo “Arte di Frontiera. New York Graffiti” alla quale presero parte i grandi nomi del graffitismo newyorkese (tra questi ricordiamo Kenny Scharf, Jean-Michel Basquiat e Keith Haring) con lo scopo di far conoscere al pubblico italiano le ultime tendenze d’arte Americana.

Frontier ha portato alla realizzazione di tredici opere murali dall’imponente grandezza nei mesi di giugno e luglio del 2012, che hanno visto la partecipazione di cinque artisti stranieri e otto italiani. I muri individuati come ideali per la realizzazione delle opere (prevalentemente facciate di case popolari) sono caratterizzati da ampie dimensioni e un forte impatto visivo.

Il progetto Frontier, allo scopo di approfondire teoricamente le discipline dell’arte contemporanea, ha previsto  anche una seconda fase di riflessione critica sui movimenti del Writing e della Street art: un convegno internazionale ospitato dal MAMbo (Museo di Arte Moderna di Bologna) ha dato voce al confronto tra architetti, artisti, linguisti che hanno voluto attribuire una forma, una struttura a questa corrente artistica e culturale.

VIA DEL LAVORO

Via del Lavoro ospita al civico 1, 3 e 18 dei progetti realizzati in questa occasione.

1) DADO (Via del Lavoro, 1) – Graffito

Alessandro Ferri (Dado) è un writer storico italiano che nel corso della sua carriera artistica ha esposto in diverse gallerie, musei e spazi pubblici in Italia e all’estero, prendendo parte anche a progetti di notevole rilevanza.

Dado mescola alla maestria tecnica uno strutturato approccio teorico che rende riconoscibilissime le sue opere: intrecci labirintici, sinuose bande che si attorcigliano in un incredibile gioco visivo secondo un’armoniosa scansione dello spazio. Le sue opere armoniose e leggere si dipanano lungo le superfici con un estatico equilibrio cromatico e grafico, in una calibrata scansione di pieni e vuoti.

2) ETNIK (Via del Lavoro, 3) – street art

Svedese di nascita ed italiano di adozione, Alessandro Battisti (Etnik) è uno dei maggiori esponenti della street art Bolognese (nel capoluogo sono presenti diverse sue opere).

Artista poliedrico e autodidatta si muove tra figure simboliche e tag, influenzato sia dall’arte dei graffiti che da quella del writing che ha appreso grazie alla frequentazione dell’ambiente underground.

Le sue opere fanno emergere un rapporto conflittuale con la realtà urbana, che ritrae attraverso linee e profili che si intrecciano rappresentando campanili, abitazioni rurali, strade, telecamere di videosorveglianza, camini industriali e tubi di scappamento. Gli agglomerati cittadini sono scomposti e sovrapposti e l’architettura geometricamente estrema, diviene l’emblema del concetto di “gabbia urbana”, una sorta di poetica dell’artista secondo il quale i centri metropolitani non sono altro che luoghi cui l’essere umano è intrappolato. La critica all’ambiente urbano viene affrontata tramite colori forti e una gamma cromatica brillante e di contrasto, che rendono l’identificazione delle costruzioni quasi impossibile.

Sono sempre di Etnik gli affascinanti lavori indoor in Piazza XX settembre, 6.

3) HONET (Via del Lavoro, 18) – street art

Le opere di Honet si contraddistinguono per un’impronta artistica che gioca con la pop art, Manga e video games. Colori vivaci e forme semplici ricordano molto giochi e personaggi degli anni Ottanta.

In occasione del lavoro per il progetto Frontier, Honet ha dipinto un gigantesco elefante: un riferimento diretto alla precarietà del potere che rivisita in chiave moderna l’elefante che Napoleone avrebbe voluto realizzare come abbellimento al palazzo della Bastiglia.

VIA MICHELE COLONNA

DOES  street art

Realizzato nel 2012 dall’artista olandese Does, il muro rappresenta la parola DOES dopo esser stata colpita da una scossa elettrica. Il momento definito “aftershock” (titolo dell’opera) non è altro che la scomposizione del lettering in mille colori e l’esplosione dello sfondo che si frammenta. In questo universo della rappresentazione la parola fluttua spinta da invisibili forze che ora la comprimono facendola implodere, tendendola fino a smembrarla. I colori accesi lasciano emergere le lettere dal fondale, volutamente minimale, con un effetto di potente dinamismo a cui è impossibile essere indifferenti.

Il successo dell’edizione del 2012 ha spinto il Comune di Bologna e la Regione Emilia-Romagna ad avviare nel 2014 una seconda edizione articolata in tre macro progetti:

  • FRONTIER Walls: la sezione dedicata alle facciate di grandi dimensioni
  • FRONTIER Boxes: che prevede un processo di qualifica e rivalutazione a quattro mani in Largo Caduti del Lavoro
  • FRONTIER Voices: la fase di approfondimento teorico affidata agli stessi artisti (spettatori e protagonisti della propria arte)

LARGO CADUTI DEL LAVORO

LOKISS e RAE MARTINI – writing

Lokiss e Rae Martini sono due importanti esponenti dell’arte urbana, che hanno lavorato fianco a fianco (per la sezione boxes) sui due edifici presenti in Largo Caduti del Lavoro.

Lokiss (Vincent Elka) è un writer della old-school parigina i cui esordi risalgono al 1984, quando eseguiva tag molto semplici. Crescendo, il suo linguaggio si è evoluto e ha adottato colori brillanti, immagini palpitanti, scritture dinamiche e richiami al cubismo orfico.

Rae Martini esordisce verso la fine degli anni Ottanta, lasciandosi ispirare dai maggiori esponenti newyorkesi e i maestri italiani del writing. Si è dedicato anche alle sperimentazioni su vari supporti con ottimi risultati anche nella pittura astratta e concettuale su tela.

Queste opere meritano davvero una visita, quindi sai da dove partire per organizzare un pomeriggio alternativo a Bologna!

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