Il Lambrusco, il vino italiano più esportato al mondo

Il Lambrusco, il vino italiano più esportato al mondo

Largamente prodotto in Emilia Romagna e in alcune zone della Lombardia Orientale, il Lambrusco è un vino rosso frizzante e dalla vivace e gradevole acidità. Tutelato da cinque consorzi, è il vino italiano più esportato al mondo. 

Fresco, leggero, frizzante, e dal profumo di frutta rossa, si distingue in diverse varianti a seconda del colore, dal rubino più scuro al più chiaro e del livello di zucchero contenuto: secco, amabile o dolce.

Gli intenditori ne apprezzano la buona tannicità ed il fatto che non sia eccessivamente alcolico, il che lo rende un vino da tavola per tutti i giorni e per molte occasioni, seppur pregiato. 

L’origine del nome e la storia

Il nome Lambrusco deriva dal latino “labrusca che significa: “che cresce incolta ai margini dei campi”, infatti “labrum” significa margine, bordo e “ruscum” significa pianta spontanea.

Si trovano testimonianze di questo vino sin dall’antichità, all’Età del Bronzo, come testimoniato da foglie fossili e semi di vite silvestre risalenti a quell’epoca. 

Abbiamo anche ritrovamenti letterari: Virgilio, di origine mantovana, ne parlava nella quinta bucolica come “vitis labrusca che copre una grotta di grappoli”.

Gli antichi Romani producevano da questa vite un vino frizzante e un aceto molto apprezzati dal popolo.

Furono però i Longobardi a dare una svolta decisiva al prodotto, influenzando la stessa alimentazione e cucina emiliana con cibi molto più grassi di quelli consumati fino ad allora: le note frizzanti di questo vino servivano quindi a smorzare la pesantezza del pasto.

Ancora oggi, la cucina emiliana, che ha conservato un grande utilizzo del maiale nei propri piatti, valorizza le pietanze con l’abbinamento a questo vino frizzante. 

Ci sono quindi una serie di piatti tipici del territorio che sono consumati con il Lambrusco: lo zampone con le lenticchie, i cotechini e i salumi, i tipi di pasta con ripieno di carne, ma anche il pesce, come le anguille e i branzini e ancora lo stracotto d’asino e la polenta. 

Per non dimenticare la simbiosi perfetta con i formaggi del territorio: il Parmigiano Reggiano DOP e il Grana Padano DOP.

Colpisce quindi la versatilità di questo vino, che può accompagnare i piatti che ogni giorno si trovano sulla tua tavola, favorendo la digestione con le sue gradevoli bollicine e non compromettendo la tua giornata visto che ha un’alcolicità contenuta. 

I territori di produzione e come riconoscere le varietà

Le province interessate nella produzione di questo vino sono: Modena, Reggio Emilia, Mantova, Parma. 

Da qui derivano i vitigni principali: Grasparossa Castelvetro, Marani, Sorbara, Salamino Santa Croce, Maestri, Oliva, Viadanese, Foglia Frastagliata.

I due più noti sono sicuramente il Grasparossa di Castelvetro, più intenso, da abbinare a primi piatti, carni e formaggi stagionati e il Sorbara, più delicato, perfetto per piatti di pesce, salumi o formaggi freschi leggeri. 

Come riconoscere un vino Lambrusco?

Il Grasparossa ha un colore rubino intenso, una spuma violacea, il profumo inconfondibile di frutta e il sapore ben intenso, con un’acidità equilibrata e leggermente fruttato.

Il Sorbara invece ha già un colore diverso sui toni del rubino chiaro, la cui spuma è quindi più rosea, il profumo è più fine e fresco, con delle note di violetta, e in quanto al sapore si distingue per la sua delicatezza, seppur nella sua sapidità leggermente acidula e fruttata.

A proteggere queste e le altre varietà, sono nate chiaramente diverse D.O.C. del Lambrusco: quattro nel territorio modenese, due in quello reggiano e una in quello mantovano. 

Il compito di queste D.O.C. è quello di preservare la tipicità dei diversi tipi di Lambrusco a seconda del luogo di provenienza, dei vitigni e della caratteristiche del territorio. 

Il vino Lambrusco è dunque semplice e leggero, ma non cadere nell’equivoco: si tratta di un vino pregiato la cui produzione è un processo molto delicato, ed è proprio questo che lo rende uno dei patrimoni enologici italiani. Non ti resta quindi che provare questo vino allegro, leggero e frizzante, risultato delle favorevoli condizioni climatiche e ambientali della Pianura Padana.