I canali di Bologna: un ricco e antico tesoro nascosto

I canali di Bologna: un ricco e antico tesoro nascosto

Nel XII secolo Bologna era uno dei principali centri di scambio commerciale, grazie alla fitta rete di canali che consentivano di scambiare enormi quantità di merci e mettevano in moto i numerosi mulini industriali per la lavorazione dei tessuti. La necessità di disporre di una rete di canali artificiali era dovuta anche alla mancanza di un corso d’acqua che la bagnasse per intero e alla troppa lontananza dal mare.

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Il ruolo dei canali nella crescita di Bologna

Fu per merito dei canali che Bologna poté espandersi e diventare il centro tessile più importante d’Italia. Sul calare del dodicesimo secolo si sviluppò in maniera consistente la lavorazione della seta. Grazie ad una particolare tecnologia che permetteva di produrre seta di qualità a minor prezzo oltre che ai comodi canali che facilitavano il trasporto delle merci, Bologna diventò una delle città più importanti d’Europa.

Oggi sembra incredibile ma all’epoca Bologna era addirittura la quinta città più grande d’Europa. Nel XVI secolo quasi metà della popolazione cittadina viveva grazie ai proventi della lavorazione della seta e del florido commercio praticato grazie ai canali.

Le prime opere

La grandiosità dei canali di Bologna è testimoniata dalle 353 opere per 27 chilometri che si collegavano al fiume Savena e al Reno, oltre che al torrente Aposa: un sistema di canali maestoso per il XII secolo che permetteva di navigare fino al fiume Po.

Le acque venivano convogliate nei canali grazie ad un sistema di chiuse e le più importanti erano quella di Casalecchio e quella di San Ruffillo. Oltre al giusto dosaggio dell’acqua da convogliare nei canali, le chiuse svolgevano la funzione di tenere sotto controllo l’energia motrice.

Il sistema di canali di Bologna era così ramificato e utile che permise alla flotta della città di sconfiggere, durante la battaglia di Polesella, la flotta nemica della Serenissima e di creare un sistema postale che permetteva di raggiungere le città di Ferrara e Venezia.

La costruzione dei primi canali iniziò per iniziativa privata, per opera della famiglia Ramisani, ma ben presto vennero presi in gestione dal comune. Nacquero quindi i canali di Savena e di Reno, che presero il nome dai rispettivi fiumi che li alimentavano. Intorno al quattrocento vennero amplificati i punti di molo fino a diventare dei veri e propri porti fluviali: un esempio di queste splendide opere è il molo di Porta Galliera, ancora visibile.

La piccola Venezia e la Bologna sotterranea  

I principali canali di Bologna sono, oltre ai già citati canali di Savena e di Reno, il canale Navile, il canale Cavaticcio ed il canale delle Moline. Mentre il canale Cavaticcio è oggi visibile presso l’omonimo parco, il canale delle Moline – che nel dodicesimo secolo forniva energia per circa 15 mulini della città – è oggi visibile dalla famosa finestrella di via Piella, nei pressi di via Oberdan. Questo angolo di città è oggi famoso come la piccola Venezia, uno degli scorci sui canali più belli della città insieme alla chiusa di via Della Grada. Un luogo dove fermarsi e ammirare la bellezza e lo splendore di quella che fu una delle città più importanti del mondo grazie ai suoi splendidi canali navigabili. Il resto dei canali venne interrato durante la grande opera di urbanizzazione del dopoguerra che investì la Dotta, ma nonostante ciò è ancora possibile visitarla .

Nonostante ciò, è possibile visitare i canali ed immergersi in quella che oggi è la ##Bologna sotterranea, con le sue ricchezze archeologiche e i suoi tesori nascosti.