Cheap Festival: street poster art indipendente a Bologna

Cheap Festival: street poster art indipendente a Bologna

Passeggiando per Bologna ti sarà sicuramento capitato di imbatterti in poster particolari installati sulle bacheche cittadine. Probabilmente ci sei passato davanti senza nemmeno chiederti chi sia stato ad installarli, o perché siano lì. Ebbene queste opere d’arte urbana sono dovute al CHEAP Festival.

Cheap Street Poster Art Festival è un festival di street art nato nel 2013 a Bologna e organizzato appunto da Cheap. Si tratta di un progetto indipendente che promuove la street art come strumento di rinnovamento urbano e che valorizza l’ibridazione dei linguaggi espressivi privilegiando come supporto la carta.

Ti starai chiedendo “Ma perché proprio la carta?”: la carta è l’elemento che, secondo le fondatrici di CHEAP Festival, più di tutti rappresenta il carattere temporaneo della street art. Interventi effimeri, che non possono durare nel tempo, ma che anzi si piegano a questo consumandosi. L’ordine naturale della street art è quello di essere coperta, modificata, criticata, cancellata e la carta meglio di tutti gli altri dispositivi permette tutto ciò.

Il CHEAP festival (che decorre ogni maggio) si muove in due direzioni:

  • una prima che prevede un Call for Artist internazionale i cui lavori vengono selezionati e successivamente stampati in formato poster e installati tramite la tecnica del paste up sulle bacheche Cheap On Board (centinaia di tabelle affissive dismesse dall’amministrazione locale).
  • una seconda che prevede una selezione di ospiti allo scopo di lavorare su progetti site specific, modulati sul paesaggio urbano e periferico di Bologna. Si tratta di interventi di grandi dimensioni che coinvolgono principalmente edifici periferici.

Cheap Festival in Viale Masini

Uno dei progetti più interessanti di Cheap è quello di Viale Masini. Il viale, che collega la stazione di Bologna a Porta Mascarella, ospita, sul muro che delimita l’autostazione, 250 metri di superficie muraria per 43 spazi d’affissione. Le installazioni ospitate cambiano periodicamente e affrontano differenti tematiche: dal cambiamento climatico, allo studio della variazione cromatica, fino alla rappresentazione del caos.

Di seguito vi segnalo alcune delle opere più interessanti e curiose che sono apparse sul viale.

2015: Vinz Feel Free

L’artista è intervenuto esclusivamente all’interno degli spazi affissivi lasciando intatta la circostante superficie del muro di cinta dell’Autostazione. Lo sviluppo orizzontale del muro ben si presta alla narrazione di una vera e propria storia in sequenza, in cui l’elemento temporale assume una forte centralità. Tutti i manifesti contengono infatti la parola “Time” realizzata tramite gli stencil riprendendo font e colori dell’omonimo settimanale.

Ma come è stata realizzata questa installazione?

Il primo passo per la creazione del progetto fu la realizzazione in studio di ritratti fotografici: 56 soggetti di nudi non erotici (uomini e donne di tutte le età e taglie) le cui teste sono state sostituite da altrettante teste di specie di uccelli dipinte a mano. La creazione di questi personaggi ibridi, mitici, svolge la doppia funzione di rimandare alla libertà dei volatili e al contempo permettere l’immedesimazione dello spettatore.

Riprendendo l’isotopia del tempo, la sequenza inizia con un’ecografia per terminare con un cumulo di terra. Lo scorrere delle fasi della vita umana è sottolineato dallo sbiadirsi della parola “time” sovrastata, a metà della sequenza di billboard, dal memento “Don’t waste your time”.

Un aneddoto divertente riguarda l’installazione di questi poster: solo 5 minuti dopo l’inizio dell’affissione è arrivata la polizia chiamata dai residenti indignati per il contenuto dell’opera. L’intervento ha destato talmente tanto scalpore che qualche mese dopo i genitali dei soggetti fotografati sono stati coperti da dei disegni di mutandoni fatti con la bomboletta.

2016: Andreco, “Emissions”

La poster art di Andreco ha come tema l’inquinamento antropico e in particolar modo quello generato tramite i combustibili fossili. “Emissions” (questo è il titolo dell’opera) è la seconda tappa del macro progetto itinerante sul cambiamento climatico realizzato dall’artista in concomitanza con la conferenza delle Nazioni Unite proprio su questo tema.

Non è casuale il fatto che l’opera sia stata esposta proprio in Viale Masini, uno delle strade più trafficate della città.

Questo intervento site specific è stato concepito come uno sviluppo narrativo che sfrutta la costituzione lineare del muro stesso che richiama appunto una linea temporale.

Il murales va letto partendo dall’angolo con via Capo di Lucca andando nella direzione della stazione dei treni. L’opera procede per simboli e si evolve su due supporti: il muro in sé (e quindi la pittura) e i billboard (quindi i poster).

I primi due blocchi della parte costituiscono la prima scena, sono infatti occupati da una nebulosa ascendente che rappresenta l’inquinamento prodotto dal gas di scarico delle automobili.

Il terzo blocco rappresenta invece gli inquinamenti prodotti con l’effetto serra, mentre successivamente l’attenzione si sposta sull’inquinamento del ciclo dell’acqua. Appaiono a questo punto delle funzioni che riferiscono le percentuali di CO2 in atmosfera – le curve mostrano il superamento della soglia stabilita per limitare i cambiamenti climatici –  e successivamente delle funzioni che fanno riferimento all’innalzamento delle temperature. Dalle funzioni che si astraggono progressivamente, si genera un ramo che prende fuoco.

Parallelamente alla pittura su muro si sviluppa la narrazione dei poster. Sul primo di questi si espande la nebulosa di gas di scarico che si addensa passando di poster in poster. La storia raccontata è quella delle polveri sottili disperse nell’ambiente, alla loro precipitazione sulla terra, dal monolito fino ad arrivare progressivamente alla montagna e terminale in un poster completamente nero.

2017: Alberonero

La quinta edizione del cheap festival, vede come autore della street art di viale Masini, Alberonero. L’artista italiano è famoso per le sue ricerche sulle variazioni cromatiche e in particolar modo sulla loro capacità di entrare in connessione con lo spazio circostante.

Le interazioni cromatiche immergono lo spettatore in un’esperienza sensoriale ed emotiva che alimenta un senso di movimento capace di modificare la percezione dello spazio stessa.

Il rapporto tra il muro e le tabelle affissive è un rapporto di collaborazione, di equilibrio. Alberonero ha definito 129 variazioni tonali derivanti dalla somma delle tre diverse tinte utilizzate per ciascuno dei poster affissi. Chiaro e scuro costituiscono i due poli opposti della composizione, questi infatti convergono al centro all’interno di una sezione neutra.

Le cornici delle billboard vengono inglobate nell’opera, perdendo la loro tridimensionalità e venendo a costituire parte integrante dell’opera stessa.

2019: MissMe, “Taci, anzi parla”

Viale Masini oggi ospita il lavoro della artful vandal canadese MissMe che ha realizzato l’installazione “Taci, anzi parla” in collaborazione con il “Festival della violenza illustrata”. Su uno sfondo rosso sangue si susseguono corpi di donne con il viso coperto da passamontagna e orecchie di Topolino, con il seno ferito e deformato. Sono donne che urlano rabbia, accompagnate da slogan e scritte femministe in inglese e italiano della stessa Miss Me e di Redville (Benedetta Bartolucci) come: “It’s not me, it’s you”, “Sui nostri corpi, sulla nostra salute, sul nostro piacere, decidiamo noi”, “no more fake orgasm”.

L’intento dell’opera è quello di problematizzare il rapporto delle donne con la propria sessualità: secondo la stessa autrice alle donne viene insegnato a provare vergogna per la propria sessualità e a scusarsi per il potere racchiuso nei loro corpi.

Guerrilla Girls

Le Guerrilla Girls (New York, 1985) sono un gruppo di più di 55 donne attiviste che da anni si battono contro il sessismo e il razzismo nel mondo dell’arte. Anonime e senza volto, non vogliono essere riconosciute e si nascondono dietro pseudonimi di artiste del passato, rimarcando così la predominanza del maschile nel mondo dell’arte. Questo gruppo militante è sbarcato a Bologna per la quinta edizione del Cheap Street Poster Art Festival. Riconoscibili per lo loro maschere a forma di gorilla – la parola gorilla richiama fonologicamente guerrilla – le artiste hanno attivamente partecipato al progetto installando venticinque poster storici del collettivo newyorkese.

Uno dei manifesti più famosi è quello di un nudo classico femminile il cui volto è coperto da una maschera di gorilla con lo slogan “Le donne devono essere nude per entrare nel Museo Met?” e la didascalia “Meno del 4% delle artiste nelle mostre d’arte moderna sono donne, ma il 76% dei nudi sono nudi femminili”.

Bolognina

Bolognina è uno dei quartieri più impegnativi e complicati di Bologna. Popolare e multietnica nei pressi della stazione centrale, è animata da negozi e ristoranti di tutte le etnie.

Il collettivo di artisti fiorentini Guerrilla Spam ha deciso, in occasione della quinta edizione di Cheap, di dedicarsi proprio a questo quartiere, raccontandola in un paste up di 120 metri (6 moduli da 9 x 2,2 metri ciascuno) su un edificio industriale in rovina lungo via della Liberazione.

La Bolognina viene raffigurata come un giardino circondato da mura; i personaggi che ci vivono all’interno sono scrutati da delle figure esterne, ai lati del murale, attraverso un lungo cannocchiale (queste figure rappresentano i Guerrilla Spam intenti a osservare la vita degli abitanti del quartiere).

La negatività del quartiere è mitigata grazie all’immagine del giardino: luogo di svago per antonomasia soprattutto in città. Fiori e alberi dalle forme particolari e inconsuete si alternano a figure umane come:

  • l’uomo disteso, a prima vista in preghiera, avvolto in una coperta, che in realtà raffigura un senzatetto avvolto in una coperta per attenuare il freddo.
  • l’uomo intento a distribuire ciotole di minestra, richiamo alla distribuzione dei pasti che avviene in alcuni giorni del quartiere.
  • il gruppo di individui –  i quali rappresentano le ronde organizzate dai cittadini – che inseguono un malvivente diretto verso un albero di noce – riconoscibile grazie alla scritta NUX incisa sul tronco – considerata pianta maligna nella tradizione medievale, ai cui piedi giace l’uomo legato, simbolo di una violenza a volte ingiustificata.
  • il lato destro ha come oggetti “i palazzinari”, ovvero i promotori della riqualificazione. Polemizzati dell’atto di coltivare il loro facile guadagno (ovvero gli edifici lasciati a metà qualche anno prima).

Così, attraverso allegorie, richiami a vicende sul quartiere e una pluralità di livelli di lettura e differenti registri culturali, si delinea un microcosmo in bianco e nero che semplifica ulteriormente gli strumenti di comunicazione.

Piazza Azzarita

In Piazza Azzarita non si può non notare un edificio giallo sul quale 30 ninja con tute nere si cimentano in un’avventurosa e goffa caccia al rinoceronte. Ecco, hai davanti agli occhi “The Hunt”, l’opera di Levalet.

Charles Leval (Levalet) è un artista che predilige edifici dalla particolare struttura architettonica, spesso lontani dai centri nevralgici delle aree urbane.

Lo scopo del lavoro di Levalet è quello di creare una “mise en scène” della vita quotidiana che racconta in modo paradossale un’umanità vittima della ripetitività e dell’abitudine che tenta di salvarsi  dalla noia e della routine fuggendo in un mondo immaginario.

Le silhouette dei ninja sono dipinte a mano in china nera su carta e poi installate sul muro con la tecnica del paste up. Non sappiamo che esito avrà la spedizione, poiché quella che viene rappresentata è la scena che precede la caccia stessa: i partecipanti non sembrano padroneggiare le tecniche ma appaiono come predatori improvvisati: goffi, codardi, distratti, iperattivi, fannulloni. I personaggi di Levalet, infatti, interagiscono attivamente con gli elementi architettonici preesistenti, ricordando i personaggi del cinema muto.

Quindi… quando passeggi per le le strade e i vicoli di tutta Bologna guardati intorno alla ricerca di queste e nuove installazioni di poster art e scatta anche tu una foto utilizzando il nostro hashtag #turismo.bologna.it, perché quello che c’è oggi, domani potrebbe non esserci!