Bologna e i suoi tre nomi: la dotta, la rossa, la grassa

Bologna e i suoi tre nomi: la dotta, la rossa, la grassa

“Luogo fortificato”, è la traduzione di “Bononia”, antico nome latino della città. Ma il capoluogo emiliano non ha una sola denominazione. Molte città della Penisola hanno dei soprannomi che le denotano, basti pensare a Venezia la “Serenissima”, Genova la “Superba”, Roma la “Città eterna”, ma siccome a Bologna piace strafare, di questi nomignoli ne ha addirittura tre: la Dotta, la Grassa, la Rossa.

La Dotta

Se la storia è maestra di vita, allora Bologna è la migliore insegnante, ricca di storia e di cultura in ogni suo vicolo. Per questo è chiamata la “Dotta”, oltre per il fatto che ospita la più antica Università del mondo occidentale (risalente addirittura al 1088), che ancora oggi richiama studenti da tutta Europa.

L’Alma Mater Studiorum, da tempi immemori ha ospitato le figure più illustri del panorama artistico e culturale (Dante, Petrarca, Boccaccio, Pico della Mirandola, Leon Battista Alberti, Niccolò Copernico, Torquato Tasso,…).

L’ Ateneo ha affermato nei secoli il suo ruolo di fucina del sapere e i circa 80.000 studenti che oggi accoglie, la mantengono viva socialmente e culturalmente.

Lo stesso Umberto Eco, profondamente legato all’Ateneo, sosteneva che uno degli aspetti più belli dell’università di Bologna, sono le osterie e i portici, perché gli studenti si incontrano, comunicano tra di loro, parlano di quello che stanno facendo, creano delle relazioni.

Il fulcro della vita universitaria è Via Zamboni, dove troviamo anche la Biblioteca, aperta al pubblico dal 1756.

A testimonianza della modernità, nonostante il secolare background, dell’ateneo, basta pensare che, l’ attuale rettore Francesco Ubertini, è il più giovane rettore d’Italia.

La Grassa

“Quando sentite parlare della cucina bolognese fate una riverenza che la merita” recitava il grande Pellegrino Artusi, gastronomo di fine 1800.

Se c’è una cosa che fa impazzire locali e stranieri è sicuramente la cucina tipica, ricca di sapori e tradizioni. Per il bolognese DOC mangiare bene è una priorità assoluta.

I tortellini, la mortadella, il ragù, la tenerina, le tigelle, sono solo alcuni dei deliziosi manicaretti che la antiche botteghe e locali offrono e che fanno guadagnare al capoluogo emiliano il soprannome di “città del cibo”.  

La tradizione gastronomica di Bologna è anche strettamente legata all’Università, infatti, la mescolanza di numerosissimi studenti e professori di nazionalità diverse arricchì, nel tempo, la tradizione gastronomica e rese necessaria una buona organizzazione dell’approvvigionamento alimentare. Città dal carattere aperto, gioviale e godereccio, anche la cucina è figlia di tale cultura che ha saputo far tesoro sia delle risorse agricole di un territorio privilegiato, sia degli stimoli e delle suggestioni che giungono qui da ogni parte del mondo.

Un altro piatto tipico della cucina bolognese, ma meno conosciuto, sono gli spaghetti con il tonno, piatto must dei numerosi fuori sede che popolano la città. Tutti conoscono quella sensazione di sconforto, che ti assale quando apri il frigorifero e a tuo malgrado scopri essere più vuoto del tuo portafoglio dopo l’ultima serata. Ed è proprio in quel momento che interviene il tonno. Segregato in fondo alla dispensa, lo apri come se fosse un scrigno del tesoro, perché sai che anche oggi ti ha salvato il pranzo.

La Rossa

Se si sale in cima alla Torre degli Asinelli è possibile vedere Bologna dall’alto in tutta la sua bellezza. Il particolare che prima vi balzerà all’occhio, saranno le sfumature di rosso che la caratterizzano e che le fanno guadagnare la denominazione di “la Rossa”.

Questa sua peculiarità, deriva dall’uso dei mattoni con i quali sono stati costruiti torri e palazzi nel medioevo (“il mattone bolognese” rappresenta la tradizione della muratura che nei secoli, soprattutto a partire dalla dissoluzione dell’Impero Romano, permane principalmente in quei territori che vanno dalla Romagna al Lazio).

Inoltre, si contano più di 350 sfumature, tra il rosso e il giallo, di intonaco utilizzato sulle case e sui vari edifici della città. Rossi sono i suoi chilometrici portici (candidati come patrimonio dell’UNESCO), è rosso il suo centro, piazza Maggiore e i suoi palazzi: Palazzo Podestà, Palazzo D’Accursio, Palazzo Re Enzo…  

Ma il rosso, si sa, è anche il colore del partito comunista, che nel capoluogo emiliano, aveva particolarmente attecchito, soprattutto durante il periodo della Resistenza. Qui la popolazione ha sempre privilegiato i partiti di sinistra, tanto che negli anni Settanta, molti brigatisti nacquero all’interno dei vari collettivi della città e ancora oggi il legame tra i bolognesi, gli studenti, i lavoratori e i socialisti è fortissimo.

Il colore rosso rimanda anche alle lucide e fiammanti carrozzerie dei marchi di auto più famose al mondo: Ferrari, Ducati, ma anche Lamborghini e Maserati, che fanno di Bologna, oltre che a una città di cibo e tradizioni, anche di motori.

Bologna è una città a 360°, che si guadagna numerosi primati e che tra modernità e innovazione, mantiene un fascino tutto suo, fatto di sapori, viste mozzafiato e tanta, tanta cultura. Dotta, Rossa e Grassa.