Lo sapevi che l’Alma Mater Studiorum è l’Università più antica del mondo occidentale, la cui data storica di fondazione risale ben al 1088? Non per niente la città viene soprannominata “la Dotta”.
L’Università di Bologna (chiamata dagli studenti Unibo) è un’università statale che nasce come libera, laica e indipendente dalle scuole ecclesiastiche.
La locuzione latina Alma mater (dal latino: “madre nutrice”) veniva utilizzata nella Roma antica come titolo per la dea madre, come Cerere e Cibele, e nel Cristianesimo medievale per indicare la Beata Vergine Maria.
Nel Medioevo divenne soprannome per indicare l’Università, insieme ad espressioni simili (mater universitas, alma universitas, alma mater studiorum).
Quindi Alma mater studiorum significa letteralmente Madre nutrice degli studi.
Scommetto che ti sono balenate in testa diverse domande. Qual è la storia di questa Università? Il sigillo cosa rappresenta? Quali sono le superstizioni dei suoi studenti? Ebbene scopriamo insieme le risposte a queste domande.
Intorno alla fine del XI secolo, maestri di grammatica, retorica e logica cominciarono a studiare diritto. Tra i fondatori dell’Università – molto probabilmente – hai già sentito nominare Irnerio (anche perché uno dei viali principali di Bologna è proprio dedicato a lui) che lavorò sui testi legislativi di Giustiniano appena riscoperti e su cui si stava diffondendo un gran interesse. Quest’attività gli valse il soprannome di lucerna iuris, ovvero lume del diritto.
L’università nacque anche grazie all’aiuto degli studenti, che fin dal principio raccolsero offerte di denaro per compensare i docenti. Questi ultimi ritenevano infatti che la scienza, in quanto dono di Dio, non potesse essere venduta e acquistata. Poco alla volta le donazioni divennero dei salari.
Tra l’XI e il XII secolo la politica europea iniziò a prendere le distanze dalla Chiesa definendo i rapporti che gli Stati avrebbero dovuto intrattenere con quest’ultima. Nel 1158 Federico I Barbarossa promulgò una Constitutio Habita con la quale l’Università assunse la struttura di una societas di soci (allievi) presieduta da un maestro (dominus), che viene compensato con delle quote pagate dagli studenti. Così l’Università divenne il luogo in cui la ricerca si sviluppa liberamente e indipendentemente da ogni altro potere.
Nel XIII secolo Bologna ospita più di 2000 studenti. E’ un periodo di contrasti e dispute politiche in cui l’Università si trova a combattere per mantenere la propria autonomia.
Il XIV secolo vede l’aprirsi le porte dell’Alma Mater agli studi degli artisti: medici, filosofi, aritmetici, astronomi, studiosi di logica, retorica e grammatica. Nel 1364 si istituisce l’insegnamento in teologia.
A Bologna trascorsero periodi di studio Dante Alighieri, Francesco Petrarca, Guido Guinizelli, Cino da Pistoia, Cecco d’Ascoli, Re Enzo, Salimbene da Parma e Coluccio Salutati.
Nel XV secolo si costituirono insegnamenti di greco e di ebraico, e nel XVI secolo quelli di “magia naturale”, ovvero di scienza sperimentale. Ricordiamo a tal proposito Ulisse Aldrovandi che estense il suo contributo alla farmacopea (cioè un codice farmaceutico), allo studio degli animali, dei fossili e di vari reperti naturalistici che portò alla realizzazione di uno dei primi musei di storia naturale.
Nel XVI secolo Gaspare Tagliacozzi compie i primi studi di chirurgia plastica. Un secolo dopo Marcello Malpighi ricorre all’uso del microscopio per le ricerche anatomiche, segnando l’inizio del periodo d’oro della medicina Bolognese.
La fama dell’Università di Bologna si propaga in tutta Europa e diviene meta di ospiti illustri come Thomas Becket, Paracelso, Raimundo de Pegñafort, Albrecht Dürer, san Carlo Borromeo, Torquato Tasso e Carlo Goldoni.
Studiarono a Bologna anche Pico della Mirandola e Leon Battista Alberti applicandosi al diritto canonico. Nicolò Copernico vi studiò invece diritto pontificio iniziando contemporaneamente le proprie osservazioni astronomiche.
Con la Rivoluzione Industriale, nel XVIII secolo, l’Università promosse lo sviluppo scientifico e tecnologico. Risalgono a questo secolo gli studi di Luigi Galvani, uno dei fondatori dell’elettrotecnica moderna.
Dopo il 1861 L’Università di Bologna vive un’epoca di grande rilancio, in cui spiccano nomi quali Giovanni Capellini, Giosuè Carducci, Giovanni Pascoli, Augusto Righi, Federigo Enriques, Giacomo Ciamician, Augusto Murri.
L’Università continua a mantenere una posizione di centralità sulla scena della cultura mondiale fino al periodo tra le due guerre, quando altre realtà iniziano a prendere il sopravvento. Inizia per l’Alma Mater un percorso di crescita e aggiornamento per mantenersi al passo dei Paesi più industrializzati.
Oggi l’Università di Bologna ha una struttura multicampus che comprende, oltre alla sede centrale di Bologna, ben altri quattro campus nella regione: Cesena, Forlì, Ravenna e Rimini. Dal 1998 dispone anche di una delegazione a Buenos Aires (Argentina).
Il Sigillum Magnum dello Studio bolognese fu realizzato nel 1888 in occasione della celebrazione dell’VIII centenario della nascita dell’Università e contiene i singoli sigilli delle corporazioni che formavano lo Studio bolognese: le due Università degli scolari (Legisti, Medici e Artisti) e i tre Collegi dei Dottori (Collegio di Diritto canonico, di Diritto civile, di Medicina e Arti). L’Università di Bologna ha elaborato nel 2002 un’unica ufficiale versione del marchio, la quale mantiene i tratti distintivi del 1888:
“Alma Mater Studiorum – Petrus ubique pater legum Bononia mater” ovvero: Madre Nutrice degli studi (L’anima madre degli studi) – San Pietro è padre di ogni luogo e Bologna è madre della legge
Ebbene sì, nell’ultima edizione della classifica Qs sui migliori Atenei del mondo, l’Università di Bologna è l’unica italiana a comparire nella top 100 di tutte e cinque le macroaree disciplinari. Essa infatti compare come:
Se ci concentriamo sulle singole discipline, l’Alma Mater compare nella top 100 in 20 materie, in particolare in lingue moderne e classiche, storia, studi medici ed agraria.
Ogni facoltà dell’Ateneo di Bologna è contraddistinta da un diverso colore che la rappresenta. Il giorno della Laurea il nastro colorato che adorna la corona d’alloro riprende appunto questi colori. Ma quali sono i colori della tua facoltà?
Si sa, ogni Ateneo italiano ha le sue superstizioni, e in questo il capoluogo emiliano è davvero all’avanguardia. Vigono infatti delle credenze che vietano agli studenti dell’Alma Mater di intraprendere determinati comportamenti. Ma quali sono queste superstizioni?
Se sei uno studente dell’UniBO e vuoi laurearti non devi assolutamente:
Adesso che sai quello che c’è da sapere sull’Università di Bologna (Alma mater studiorum), se non sei già immatricolato non ti resta che farlo… o se non ci tieni a studiare puoi sempre partecipare a qualche festino universitario a Bologna spacciandoti per uno studente UniBo.